Arduino
2004-12-15 18:05:44 UTC
Sei per caso un suo "fan" ?
Io sì. Grazie per la buona notizia...
Claudio.
Ritenendo di farti piacere, ti mando uno stralcio:Io sì. Grazie per la buona notizia...
Claudio.
l'Apocalisse di oriana
Nuovo libro della Fallaci, un'invettiva contro il Mostro islamista e la
Bestia collaborazionista di un'Europa che preferisce distruggere il
"concetto biologico di famiglia" piuttosto che difendersi. Da leggere
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Milano. Oriana Fallaci torna in libreria, oggi, con un cofanetto che
raccoglie la sua Trilogia post 11 settembre ("La Rabbia e l'Orgoglio", "La
Forza della Ragione", "Oriana Fallaci intervista sé stessa") riveduta,
corretta e ampliata. All'intervista ha aggiunto un lungo Post Scriptum di
103 pagine, praticamente un altro libro, sempre sotto forma di colloquio con
se stessa, che ha intitolato "L'Apocalisse".
Il Foglio lo ha letto in anteprima e ve lo racconta. L'Apocalisse è la
visione mistica di Giovanni l'evangelista, il racconto di "un mostro che
saliva dal mare", con sette teste e dieci corna, così forte e così potente
che nessuno ebbe il coraggio di contrastarlo e al quale fu consentito di
"pronunciare frasi arroganti, offendere Dio, maledire il suo nome". Un
mostro che ricevette il potere su ogni uomo e su ogni cosa e al quale fu
consentito "di far guerra a coloro che appartengono al Signore". Il Mostro,
secondo Fallaci, è l'Islam, il credo in nome del quale si uccidono
centocinquanta bambini a Beslan e tutte le altre orrende cose che sono
accadute in questi anni. Nell'Apocalisse, ricorda Fallaci, c'è anche un
altro tipo di mostro: "Un mostro che saliva dalla terra", una "Bestia" che
"prese a esercitare il potere per conto del Mostro". Secondo la scrittrice,
la Bestia è il gruppo dei "collaborazionisti", l'Europa che lei chiama
"Eurabia", "l'Occidente che divorato dal cancro morale fa il gioco
dell'Islam. Rassegnato, soggiogato, pavido". Sono la quinta colonna del
Mostro, sono i volenterosi carnefici della nostra civiltà, quelli che
inconsapevolmente lavorano ai fianchi la nostra tradizione, quelli che non
hanno aperto gli occhi né l'undici settembre né l'undici marzo, coloro che
nonostante le decapitazioni in Iraq e lo sgozzamento di Theo van Gogh ad
Amsterdam fanno addirittura fatica a definire "islamico" il terrorismo in
nome di Allah.
Lo stile letterario di Fallaci è il consueto: ricco, potente, evocativo,
vivo. Per capire il suo modo di scrivere bisogna pensare a un neologismo
americano: "It's-all-about-me-journalism". Fallaci parla di se stessa, usa
la sua biografia, talvolta il suo stesso corpo e la sua malattia, per
arrivare diritta al cervello e alle viscere di chi la legge. E guai a dirle
che "rifarsi all'Apocalisse" per spiegare il mondo, può sembrare "un gioco
intellettuale" o "un trucco letterario" o "una fantasia di scrittori" o "una
fiaba". Secondo Fallaci, "invece è la tragica realtà in cui viviamo duemila
anni dopo Giovanni l'evangelista. Per capirlo basta dare un'occhiata ai
giornali e alla Tv, o ascoltare le insensatezze che dicono i politicanti
europei".
Il mondo degli "sgomentevoli"
Fallaci ha ascoltato tutte queste insensatezze pronunciate da chi, in "La
Forza della Ragione", definisce uomini "sgomentevoli". Nel tritacarne
fallaciano finiscono Jacques Chirac, Laurent Fabius e, soprattutto, José
Luìs Rodrìguez Zapatero. E poi Romano Prodi, chiamato più volte
"Mortadella", criticato più per come ha guidato l'Unione Europea che come
leader dell'Ulivo. E poi, le due Simone, che lei chiama "le due Simonette",
ingrate con chi le ha liberate e invece grate, gratissime, con i carcerieri
che in fondo le avevano trattate bene. Anche il presidente Carlo Azeglio
Ciampi viene investito dalla rabbia orgogliosa di Fallaci, così come il
Corriere della Sera ("ululando come un lupo impazzito giurai che sul
Corriere non avrei pubblicato più neanche il mio necrologio"), e con il
Corriere le prende anche Magdi Allam (mai citato per nome), l'Islam moderato
("non esiste"), l'idea di far entrare la Turchia nella Unione europea, la
Costituzione europea privata delle sue radici giudaico-cristiane, il
matrimonio e l'adozione gay, Yasser Arafat, il nuovo Premio Nobel per la
Pace che accusa l'Occidente di aver diffuso l'Aids per sterminare gli
africani e, ovviamente, Osama bin Laden. Fallaci rivela di aver incontrato
lo sceicco in un albergo di Beirut: "Parlo del giovanotto che nel luglio del
1982 vedemmo a Beirut. Quello incredibilmente alto e dignitoso che vestito
di un candido djellaba camminava per il salone del grande albergo dove
c'eravamo appena trasferite, che un paio di volte girò attorno alla nostra
poltrona lanciandoci un'intensa occhiata di antipatia. Anzi di ostilità".
Figure, persone e storie apparentemente diverse e lontane, ma che Fallaci
lega a un unico filo: c'è una religione che predica l'odio e lo sterminio
della civiltà, e la civiltà è stanca e troppo politicamente corretta per
accorgersene. Ma l'occidente non solo non se ne accorge, fa molto di più e
di peggio: si adopera per accogliere l'invasione, per ridurre le difese, per
sminuirsi e favorire il piano di conquista: "Il professor Bernard Lewis è un
ottimista a profetizzare che l'Europa sarà tutta musulmana entro il 2100. Se
non ti opponi alla nuova follia, lo sarà al massimo entro il 2017". E mentre
accade tutto questo arriva "il señor Zapatero" a buttare alle ortiche "il
concetto biologico di famiglia", autorizzando il matrimonio gay e, "quel che
è peggio, mille volte peggio", l'adozione gay. "E questo senza che nessuno
gli dicesse almeno cretino: il mondo va a fuoco, l'Occidente fa acqua da
tutte le parti, il terrorismo islamico non fa che tagliarci la testa, e tu
perdi tempo coi matrimoni-gay e le adozioni-gay?". L'atea Fallaci ne ha
anche per Karol Wojtyla: "Questo senza che la Chiesa Cattolica si
ribellasse, senza che il Papa (di nuovo) si difendesse. Magari tirando in
ballo la Madonna di Czestochowa a cui è tanto devoto e che certo non avrebbe
gradito l'iniziativa di Zapatero". Il punto, spiega Fallaci, è che spesso
l'omosessualità diventa ideologia, "come se fosse uno stato di grazia anzi
di superiorità" e "la normalità uno svantaggio anzi uno stato di
inferiorità". La presunta superiorità, scrive Fallaci, ha un punto debole:
"Quello che, buttando alle ortiche il concetto biologico di famiglia, il
señor Zapatero finge di scordarsi. L'omosessualità non permette di
procreare. Se diventiamo tutti omosessuali, la specie finirebbe. Si
estinguerebbe come i dinosauri". Fallaci spiega a lungo questo concetto,
anche attraverso il racconto di un pranzo romano con Pier Paolo Pasolini,
due mesi prima della sua morte: "Per essere concepiti, ci vuole un ovulo e
uno spermatozoo. Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona
così" e "nell'immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo
recitano la commedia di Maria e Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente
sbagliato".
Il ragionamento della scrittrice trova conferme nel caso di Rocco
Buttiglione al Parlamento europeo, colpevole di aver pronunciato la parola
"peccato": "Vi colsi la prova definitiva del nostro cupio dissolvi, l'ansia
di autodistruzione che ormai divora l'Occidente attraverso il suo cancro
intellettuale e morale". Fallaci non ama Buttiglione, "mi irrita la sua
mellifluità alla Mortadella, la sua educata spocchia alla D'Alema e la
condiscendenza con cui invita a rileggere De Captivitate Babylonica
Ecclesiae o Regulae ad directionem Ingenii", ma "se non mi brucia sul rogo
perché la penso in modo diverso da lui, ha il diritto d'essere cattolico
come io ho diritto d'essere atea".
Il trasferimento a Tonga
Cinque cose avevano convinto Oriana Fallaci a lasciare l'Italia per
trasferirsi a Tonga (non a "Sant'Elena" perché "io per Napoleone ho sempre
nutrito malevolenza"), altre quattro l'hanno fatta restare. La prima è stata
la reazione di chi, di fronte a gente che ha ucciso 150 bambini in nome di
Allah, ha dato la colpa a Putin. Poi il suo Corriere della Sera che ha
promosso un tragicomico Manifesto sull'Islam "moderato" sponsorizzato dal
ministro Beppe Pisanu e lodato da Carlo Azeglio Ciampi. L'Islam moderato non
esiste, scrive Fallaci: "Il Corano è ciò che è. E i fondamentalisti, gli
integralisti non sono il suo volto degenere. Sono il suo vero volto, il suo
volto fedele". Esistono, però, i musulmani moderati, "certo che esistono, ma
sono una minoranza esigua", come Abdel Rahman al-Rashed che sul giornale
Asharq al-Awsat ha scritto un articolo che Fallaci riporta per intero e il
cui succo è questo: "E' un fatto che non tutti i musulmani sono terroristi,
ma è ugualmente un fatto che tutti i terroristi sono musulmani". Infine la
pantomima delle "due Simonette", Zapatero e il caso Buttiglione. Ma sono
state la firma a Roma di una Costituzione europea "senz'anima", il video di
bin Laden ("in lui vidi qualcosa di apocalittico"), l'assassinio di van Gogh
e la reazione italiota alla morte del "padre del terrorismo", cioè di
Arafat, a farla rimanere: "Non bisogna cedere. Bisogna resistere. Io non
voglio cedere. Voglio resistere. Perché voglio vedere la sconfitta del
Mostro, voglio vedere la vittoria dell'Angelo che lo imprigiona".